Ex Monastero Benedettine

L’ex monastero dell’Immacolata Concezione, lasciato definitivamente dalla comunità benedettina nel 1961 è oggi, dopo i restauri degli anni ‘90, un elegante complesso turistico-ricettivo. Ha una pianta irregolare che comprende un piccolo nucleo trecentesco, le sale, le celle e i chiostri interni, i giardini pensili e la chiesa; ad esso si affianca un annesso, oggi di proprietà comunale, già utilizzato come magazzino del convento (riconsolidato nella 2ª metà degli anni ’90). Secondo una accreditabile tradizione, due sorelle, Eugenia e Virginia Nanni, avrebbero fondato all’inizio del sec. XIV questo monastero divenuto tale dalla modesta casa che le pie avrebbero inizialmente eletto per fare penitenza dopo una visita ai Luoghi Santi e alla Madonna di Vertighe. Nel 1336, di fronte alla necessità di imporsi una regola che disciplinasse il continuo affluire di vocazioni, le religiose scelsero quella benedettina. Il monastero, intitolato all’Immacolata Concezione, ampliò nel tempo la sua estensione e nella 2ª metà del sec. XVI incorporò nelle sue strutture un antico ospedale della comunità già retto da laici. Il monastero prosperò sino al tempo delle soppressioni leopoldine quando, dopo aver accolto la comunità religiosa di Santa Chiara, esso fu trasformato in conservatorio. Seguì la soppressione d’epoca napoleonica (1808), dopo la quale la famiglia monastica riuscì a ricostituirsi, e poi ancora quella del 1866: passato al demanio, il monastero fu in parte alienato. Riconsegnato ancora una volta, per l’interessamento di benefattori e devoti, alle benedettine, queste ultime poterono reinsediarvisi nel febbraio del 1886 per restarvi fino al loro definitivo trasferimento nel 1961 nell’attuale convento in loc. Pastina Alta. L’ex monastero fu acquistato da privati nel 1972. I restauri degli anni ’90 ne hanno consentito l’attuale moderna destinazione.
Il portale d’ingresso all’ex monastero da v. delle Scalette è sormontato da un tabernacolo a edicola con nicchia dipinta con la Madonna di Vertighe e, oggi poco leggibile, la data MCM (in quell’anno si tenne una delle feste ‘centenarie’ in onore di questa venerata Madonna). La chiesina barocca d’impianto ad aula, che prospetta su v. Conte Cungi, ha una semplice facciata adorna di un portale di pietra sormontato da timpano. Sulla sua sinistra svetta il campanile a torre di base quadrata. L’interno, con volte a crociera e cantoria sorretta da tre arcate su quattro colonne con capitello toscano, ha tre altari di stucco dei secc. XVII-XVIII con ricchi elementi decorativi e dipinti realizzati negli anni 1992-93 dagli artisti polacchi Tadeusz Boruta (n. 1957) e Aldona Mickiewicz (n. 1959).

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